Come fare paura senza alzare la voce
Dimentica zucche, ragnatele e costumi da film horror: l’obiettivo era costruire una tensione elegante, sottile, cinematografica. Abbiamo scelto un’estetica fashion volutamente ambigua: beauty shots in apparenza patinati, ma contaminati da indizi disturbanti. Il sangue è reale, ma minimale. La luce è pulita, ma tagliente. Ogni immagine è un enigma visivo, dove la normalità vacilla sotto la superficie.
Tra Hitchcock e gli editoriali moda
L’ispirazione arriva da due mondi che raramente si incontrano: da una parte il thriller psicologico, dall’altra l’editoria fashion. Abbiamo studiato la costruzione dell’inquietudine nei maestri del cinema – dove il dettaglio fuori posto è più spaventoso di un urlo – e l’abbiamo traslata in uno shooting di occhiali. Il contrasto tra lo styling curato e i dettagli disturbanti amplifica il senso di straniamento, senza mai cadere nel kitsch.
Lo sguardo che inquieta
Con “I See No Evil” abbiamo raccontato Halloween in modo nuovo: attraverso il silenzio, l’ambiguità e la bellezza dissonante. Una campagna che non urla, ma lascia il segno. Come un taglio lieve, che non ti accorgi di avere finché non vedi il sangue.
Prossimi progetti.
(2023-25©)













