Le geometrie non parlano. Ma suggeriscono.
Creare due ambienti che sembravano distinti ma parte dello stesso universo non riguardava la simmetria, ma il contrasto emotivo. Arrotondato contro affilato, curvo contro lineare. Ogni forma doveva evocare un'atmosfera, un ritmo, un ruolo. E entrambi dovevano respirare lo stesso sogno.
Un'architettura surreale dell'incontro.
Il concetto ha attinto al minimalismo spaziale, all'arte metafisica e alla geometria simbolica. Abbiamo immaginato la sfera e il cubo come stati dell'essere: morbidezza e struttura, movimento e immobilità. I riferimenti variavano da Magritte a Miyazaki, con un tocco di messa in scena kubrickiana.
Due sentieri. Un momento.
Un giorno, da qualche parte, parla di come i contrasti coesistono e alla fine collidono. Due forme. Due donne. Una storia condivisa, fluttuante nello spazio tra le forme.
Prossimi progetti.
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