
Mescolare due estetiche senza forzare la fusione.
La sfida era quella di far coesistere le influenze giapponesi e italiane senza che l'una prevalesse sull'altra. Trovare armonia significava ridurre, osservare e lasciar plasmare dall'ambiente il ritmo delle immagini.
Wabi-sabi, terracotta, lino e un tavolo apparecchiato per nessuno in particolare.
Ci siamo ispirati alle filosofie interiori giapponesi e alla cultura rurale italiana, entrambe radicate nella cura, nel rituale e nell'amore per il quotidiano. Il tono è calmo, la texture vissuta, l'umore: da qualche parte tra due mondi.
Non c'è nulla di ordinario nella semplicità.
Uno di questi giorni non è una dichiarazione, è un sentimento. Uno che resta con te come la luce attraverso una tenda o il suono dei passi sulla pietra.
Prossimi progetti.
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